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al testo di Ferdinando Giordano
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La morte è una fondina al fianco se ti comporti da pistola; ed io l’ho fatto. Non abituatevi a me, non all’individuo delle notti seriali, nè alla serialità del verbo sono, o alla sonorità del corto e con torto, ah!, vivo ancora, vivo ah! E presumo di essere inarrivabile quando accadrà il nulla evento, che è avvento da nulla. Quindi cercatemi oggi, se ancora vi attrae il gesto di cogliere la manciata di grano che germoglia nel cerchio della mia tesa. Per quanto lontano il fatto, oh!, vi prego di considerare questo aspetto: non ho lasciti che finiranno in terra. Cenere al portatore, mi sento; una sigaretta, un torto al vento, ah! Ho vuotato le bottiglie, ho lo stomaco vuoto e vuoto l’intimo adesso. Mi svuota l’attesa, perciò ditemi che riempie l’uscita dal tempo - beninteso il mio tempo sgocciola, pendola. Se quella porta introduce un serio integerrimo, o se - e ovunque - il futuro adesso è più di un'ora dal secondo intransigente, ah! Secondo me somiglia alla lucciola nella sera: intermittenze rivelano come si presenta l’angusto credito che continua a boicottare il buio. Dite che è dura, ma che la terra è fredda benché, congenito, abbia un fuoco dentro intabarrato nella pelle dei continenti oceani. Parliamo d’altro: "se davvero hai deciso di affrontare / il viaggio per Atlantide sappi / che per quest’anno solo la Nave / dei Folli salperà per quella rotta / e poiché si prevedono tempeste / d’insolita violenza disponiti / a comportamenti assurdi".(*)
(*) Atlantide - W.H.Auden (trad. del tutto pers.)
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